Aldo Belvedere Fotografia  

About Aldo
Di Nino Giaramidaro

Fotografo è un sostantivo “contenitore”. Giocando con le parole, si può dire di “sostanze”. Non necessariamente di qualità: meglio di difetti, vizi, deformazioni, alterazioni, esagerazioni, molte altre “oni” che non hanno trovato la radice, ma delle quali Aldo Belvedere possiede i misteri.

Aldo Belvedere sempre trafelato, con una sorpresa nella borsa, con un piccolo book – ma perché non albumino, raccolta, manciata, stampe? – sorprendente, senza canone, con ascendenze molteplici e turbinose. Sempre che va e viene, monta e smonta camere oscure e studi, si industria di trovare gli accordi fra un obiettivo dimenticato e una fotocamera nuova – e ci riesce, e acchiappa foto bellissime, zuppe di qualcosa che oramai non è nemmeno il caso di cercare: l’incisività personale, la cifra propria, il carattere che distingue la sregolatezza dalle clonazioni, copie conformi, fac-simili.

Aldo Belvedere che si barrica in camera oscura per estorcere al negativo la fotografia che lui ha scattato e che la pellicola è restia a restituire.

Oppure che fa chilometri in salita – fiato corto, cardiogramma fuorigiri – perché l’inquadratura è prigioniera in quelle altezze, fra scoscesità da rinuncia; luoghi per caparbi, per chi cerca ancora qualcosa che, probabilmente, non interesserà nessuno: un’emozione scognita, irriducibile al trend, alla tendenza uniforme e leccata.

Dalla 35 millimetri Pentax, ancora con la messa a fuoco a mano, alla Fatif su banco ottico, dalla Rolleiflex 2,8 F, all'Hasselblad ai 36 megapixel della K 1 (Pentax) in un fil rouge di cose che non c’entrano, tutte coloratissime, tutte belle.
Aldo Belvedere che riesce a transumare dalla concitazione della raffica a 5 fotogrammi al secondo alla lentezza attorno allo chassis 10x12. Con la naturalezza di un sapere oramai da soffitta, dove sono ammonticchiati ingranditori, contafili, bacinelle e boccette, drum e altre sviluppatrici, e gli splendidi negativi orgogliosi della loro scala tonale, ora faticosamente “tradotta” in gamma dinamica. Insomma, basta vedere le sue fotografie.
 
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